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Infine, in tempi nei quali la lotta delle classi si avvicina al momento decisivo, il processo di
disgregazione all'interno della classe dominante, di tutta la vecchia società, assume un
carattere così violento, così aspro, che una piccola parte della classe dominante si distacca
da essa e si unisce alla classe rivoluzionaria, alla classe che tiene in mano l'avvenire.
Quindi, come prima una parte della nobiltà era passata alla borghesia, così ora una parte
della borghesia passa al proletariato; e specialmente una parte degli ideologi borghesi,
che sono riusciti a giungere alla intelligenza teorica del movimento storico nel suo insieme. . . .
Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l'artigiano, il contadino,
combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come
ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari, ma conservatori. Anzi, sono reazionari,
poiché cercano di far girare all'indietro la ruota della storia. Quando sono rivoluzionari,
sono tali in vista del loro imminente passaggio al proletariato, non difendono i loro
interessi presenti, ma i loro interessi futuri, e abbandonano il proprio punto di vista,
per mettersi da quello del proletariato.
Karl Marx e Friedrich Engels, (1848) Il Manifesto del Partito Comunista